Noto con sorpresa che questo lip balm non ha alcuna recensione in rete. Prodotto nuovo?
Sarò quindi la prima a parlarne, che onore.
Forse conoscete il prodotto perché esiste in altre versioni; un blister contenente tre stick blu nella versione classica, gialli nella versione Milk&Honey, azzurri nella versione Sport&Sun (con filtro solare).
La mia versione (Shiny Pearl) invece è rosa. Tre stick da 4,8 g ciascuno in vendita nei supermercati Lidl per 1,49€ in totale. Un prezzo ridicolo, neanche 50 centesimi a stick. Il tappo di plastica rosa è leggermente ruvido, piacevole al tatto.
Veniamo agli ingredienti dello stick: olio di ricino, olio di jojoba, olio di avocado, olio di babassu, vitamina E, pantenolo, varie cere... insomma, un bel mix (qui la lista completa).
La peculiarità di questo stick è quella di contenere mica e un paio di coloranti e quindi di lasciare un effetto perlato sulle labbra.
Il primo dei due coloranti è biossido di titanio, bianco, ok dal punto di vista dell'accettabilità.
L'altro, purtroppo, è un rosso noto come Red 226, risultato tossico se usato nel trucco permanente (tatuaggi). Secondo Biotiful (leggete qui cosa ne penso) è l'unico pallino rosso di una lista completamente verde (e un giallo, il farnesolo, un potenziale sensibilizzante).
Odore e sapore intensi di fragola.
Ho provato lo stick in giorni particolarmente freddi.
Definirei la consistenza poco burrosa o appiccicosa; sulle labbra lascia uno strato oleoso e un colore rosa pallido perlato, molto molto apprezzato da me che non uso makeup di alcun genere.
Dopo un paio d'ore dall'applicazione, però, l'impressione è di avere labbra secche.
Insomma, l'idea del lip balm perlato mi è piaciuta, ma forse l'efficacia non è il massimo. Personalmente, trovo anche un po' invadente l'aroma fragoloso.
A volte capita di avere un pensiero da condividere. Un aereo di carta lo porterà lontano.
venerdì 22 gennaio 2016
giovedì 21 gennaio 2016
Biotiful sì, Biotiful no
http://www.goodguide.com
http://www.biodizionario.it
http://www.ewg.org/skindeep
Dobbiamo ammettere che l'idea è notevole. Immaginate lo scenario: siete al supermercato, indecisi se acquistare o no il nuovo shampoo della linea XY, che ha un buon profumo ma potrebbe contenere ingredienti non sicuri: che fare? Aprite la app di Biotiful, fate uno scan del codice a barre ed ecco che gli ingredienti del vostro shampoo vengono elencati e valutati secondo una scala che ve ne mostra l'accettabilità. Il prodotto riceve anche un numero di foglioline (da 1 a 5) proporzionale alla sua eco/bio compatibilità. Ed ecco che lo shampoo viene promosso o bocciato.
Io mi sono scaricata l'applicazione, ed ecco cosa ne penso.
PRO
L'idea, come dicevo sopra, è ottima. L'applicazione è gratuita e ben funzionante, il database dei prodotti è molto ricco.
CONTRO
Ed ecco le note dolenti (secondo me). I criteri con cui i prodotti vengono giudicati non sono chiari; se un ingrediente o prodotto ha una valutazione negativa non viene mai spiegato perché. Questo è un limite molto grande.
Inoltre, il database può essere aggiornato dagli utenti, che possono inserire manualmente i prodotti mancanti. Tutto molto bello, peccato che spesso i medesimi utenti inseriscano ingredienti con nomi sbagliati o non conformi, oppure si stanchino a metà della lista e la lascino incompleta, obbligandovi a controllarla riga per riga al momento in cui volete sapere la valutazione del prodotto. Senza contare la miriade di prodotti duplicati, sbagliati, incompleti, e gli errori di battitura e le omissioni sulla marca, il formato, il prezzo. Tutto questo vanifica l'idea di avere uno strumento semplice e veloce per decidere di un acquisto.
ESEMPIO PRATICO DI PROBLEMA IN ESSERE (al 20 gennaio 2016)
Mettiamo che siate a fare spese e vogliate decidere se aquistare il deodorante Fior di Magnolia Fresh. Digitate il nome e Biotiful vi mostra 5 foglie verdi; da comprare! Poi però se cliccate sul nome scoprite che nella lista ingredienti ce n'è solo uno: Butane (butano). Dato che ovviamente nella formulazione di questo deodorante non c'è un solo ingrediente, evidentemente chi lo ha inserito ha sbagliato o si è stancato presto e non ha terminato il lavoro.
Ci sono moltissimi prodotti così nel database; magari gli errori e le ripetizioni saranno presto corrette, ma nel frattempo occorre prestare cautela... e non fidarsi troppo.
Riassumendo, ottima l'idea ma attualmente l'utilizzabilità è scarsa, o meglio, richiede una buona dose di attenzione. Inoltre maggiori spiegazioni sui criteri di valutazione lo renderebbero estremamente più affidabile.
martedì 19 gennaio 2016
Pesce al cartoccio velocissimo
Chi di voi non ha mai pensato o detto cose del tipo: "Mangio poco pesce perché non ho tempo di cucinarlo"?
Bene, sappiate che per fare un pesce possono bastare pochi minuti.
Come?
Semplice, preparando un bel cartoccio. E senza forno!
Prendete un bel pesce, che so, un'orata, desquamata e pulita dal pescivendolo (se non avete fretta potete farlo voi). Preparate in una ciotola un'emulsione di olio, succo di limone, sale e pepe. Adagiate il pesce su un foglio di carta di alluminio e spennellatelo con l'emulsione; versate quella che resta dentro la pancia del pesce insieme ad uno spicchio di aglio schiacciato e un rametto di prezzemolo. Accartocciate la stagnola "a barchetta", versate del vino bianco sul fondo e poi finite di chiudere il cartoccio; sigillate bene ogni lato arrotolando i due lembi di alluminio e stringendo bene tra le dita, in modo che il vapore che si formerà all'interno durante la cottura non possa uscire.
Mettete sul fuoco una bistecchiera, appoggiateci il cartoccio e lasciate cuocere per circa 15-20 minuti, a seconda delle dimensioni del pesce; otterrete un pesce saporito, morbido e leggero.
Senza produrre odori in casa e senza sporcare neanche una teglia!
Bene, sappiate che per fare un pesce possono bastare pochi minuti.
Come?
Semplice, preparando un bel cartoccio. E senza forno!
Prendete un bel pesce, che so, un'orata, desquamata e pulita dal pescivendolo (se non avete fretta potete farlo voi). Preparate in una ciotola un'emulsione di olio, succo di limone, sale e pepe. Adagiate il pesce su un foglio di carta di alluminio e spennellatelo con l'emulsione; versate quella che resta dentro la pancia del pesce insieme ad uno spicchio di aglio schiacciato e un rametto di prezzemolo. Accartocciate la stagnola "a barchetta", versate del vino bianco sul fondo e poi finite di chiudere il cartoccio; sigillate bene ogni lato arrotolando i due lembi di alluminio e stringendo bene tra le dita, in modo che il vapore che si formerà all'interno durante la cottura non possa uscire.
Mettete sul fuoco una bistecchiera, appoggiateci il cartoccio e lasciate cuocere per circa 15-20 minuti, a seconda delle dimensioni del pesce; otterrete un pesce saporito, morbido e leggero.
Senza produrre odori in casa e senza sporcare neanche una teglia!
lunedì 11 gennaio 2016
Henné Lush
Incuriosita da queste tavolette Lush che sembrano di cioccolato, un bel giorno ho deciso di acquistarne una. Trattasi di henné in diverse tonalità - io ho scelto Caffè Caffè, ovvero castano scuro. La tavoletta pesa 325g e costa 13,75€.
INGREDIENTI
- Burro di cacao biologico ed equosolidale (Theobroma cacao)- Indigo (Indigofera tinctoria)
- Henné (Lawsonia inermis)
- Caffè in polvere (Coffea arabica)
- Polvere d'ortica (Urtica dioica)
- Polvere di muschio irlandese (Chondrus crispus)
- Olio essenziale di chiodi di garofano (Eugenia caryophyllus)
- Citral
- Eugenol
- Geraniol
- Citronellol
- Limonene
- Linalool
- Profumo
(Lush specifica che tutti gli ingredienti sono totalmente naturali, anche se sul sito ne scrive alcuni con nomi sbagliati. Ho corretto per quel che potevo.)
PROCEDIMENTO
Ho i capelli corti e per me un cubetto è stato sufficiente, nonostante l'insistenza della commessa di Lush che voleva farmene usare due. La tavoletta, quindi, mi servirà per 6 applicazioni.
Ho sbriciolato il cubetto in una ciotola, poi ho aggiunto té nero concentrato caldo mescolando fino ad ottenere un impasto cremoso.
Ho applicato e lasciato in posa con pellicola trasparente per 2 ore e mezzo, poi ho lavato via con uno shampoo delicato.
COMMENTI
La presenza di burro di cacao aiuta a combattere la secchezza dei capelli solitamente provocata dall'henné puro, senza costringerci ad aggiungere balsamo o altri idratanti.
Bisogna spendere un po' di tempo nello sbriciolare la tavoletta per riuscire ad ottenere un impasto omogeneo e di consistenza adeguata. Il colore che si ottiene sui capelli bianchi è un biondo, ma non copre molto, e su quelli castani (scuri come i miei) non produce variazioni tranne dei riflessi color marrone caffè.
Bisogna spendere un po' di tempo nello sbriciolare la tavoletta per riuscire ad ottenere un impasto omogeneo e di consistenza adeguata. Il colore che si ottiene sui capelli bianchi è un biondo, ma non copre molto, e su quelli castani (scuri come i miei) non produce variazioni tranne dei riflessi color marrone caffè.
Il problema è che invece del consueto odore di erba degli henné in polvere questo ha un odore terribile dovuto forse alla combinazione di oli essenziali usati. Ho dovuto accorciare il tempo di posa perché non riuscivo a sopportarlo. Dalla seconda applicazione devo dire che ci si fa un po' l'abitudine.
VARIAZIONI
In un altro caso ho provato a mescolarlo con un cucchiaio di henné nero; è rimasto poco efficace sui bianchi ma sul mio castano ho ottenuto dei bei riflessi brillanti, meno "solidi" che usandolo puro.
VARIAZIONI
In un altro caso ho provato a mescolarlo con un cucchiaio di henné nero; è rimasto poco efficace sui bianchi ma sul mio castano ho ottenuto dei bei riflessi brillanti, meno "solidi" che usandolo puro.
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